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L’llustrazione AR nella promozione dei siti storici e artistici: S.Antonio di Ranverso

Pubblicato il 08/03/2022

presbiterio

Serena Fumero e Benedetta Frezzotti, docenti di tecniche performative nelle arti visive alla Libera Accademia d’Arte Novalia, hanno dato vita ad un progetto che vede gli studenti coinvolti attivamente nella valorizzazione di un patrimonio locale nel torinese, alle porte della Valle di Susa.

Si tratta della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, un complesso costituito da una chiesa, alcuni fabbricati agricoli, un convento e un ospedale adibito alla cura del fuoco di Sant’Antonio e altre malattie epidemiche.

Nonostante la sua rilevanza culturale e artistica, questo sito è poco conosciuto, anche se negli ultimi anni si è svolta un’intensa campagna di promozione e restauro del complesso con l’obiettivo di raggiungere visitatori in Italia e all’estero.

La principale mancanza da sopperire era un percorso di visita guidato tramite cartellonistica o audioguide: per questa ragione si è rivelato il luogo ideale per dare modo agli studenti di esplorare soluzioni con illustrazioni artistiche legate alle nuove tecnologie.

Gli studenti dell’Accademia, grazie alla collaborazione con la direzione del sito museale, hanno avuto sin dall’inizio accesso a tutto il materiale di studio disponibile e totale libertà di azione all’interno del complesso per realizzare una piccola grande impresa: creare una guida interattiva ed esperienziale, disponibile durante la visita del sito, riducendo al minimo i costi e considerando l’utenza nella sua complessità.

Una mappa interattiva per tutte le età

Nel corso del primo anno (2019-2020) è stata realizzata la mappa con i QR code, un oggetto bello e curato in ogni suo dettaglio, un prezioso souvenir del sito per tenere vivo il ricordo dell’esperienza e della struttura dopo la visita.

Particolare attenzione è stata prestata al pubblico più piccolo: alcuni studenti hanno lavorato su uno stile rivolto ai bambini, che desse la possibilità alle mappe, di diventare una sorta di caccia al tesoro dei vari elementi all’interno del percorso di visita, per fare in modo che il piccolo visitatore fosse invogliato a cercarli e con l’aiuto del genitore accedere all’audio guida.

Le tecnologie AR e VR sono sempre più diffuse, quindi si è discusso molto sull’opportunità di ricorrere a una tecnologia AR più semplice come i codici QR per questo progetto e se ciò avrebbe potuto comportare un rischio maggiore di obsolescenza.

I codici QR sono ora stampati sui cartelloni pubblicitari per la vendita promozionale dei supermercati, sui libri di scuola utilizzati nelle scuole primarie e persino sui menu, un uso crescente visto durante l’epidemia di Covid-19.

La maggior parte degli smartphone oggi non ha bisogno di un’app specifica per leggerli: possono essere letti utilizzando la fotocamera del telefono. Questa valutazione ha portato alla conclusione che i codici QR sono familiari e facilmente accessibili a un pubblico vasto e diversificato.

Inoltre, potrebbero eventualmente essere integrati con i chip NFC per una maggiore accessibilità per i visitatori ipovedenti.

Filtri AR interattivi per una visita social

Il secondo anno, la pandemia ha reso complicata la programmazione l’organizzazione delle attività. Nonostante le difficoltà però, in particolare durante la Museum Week c’è stato modo di testare e raccontare il progetto con grandi apprezzamenti da parte del pubblico.

La pandemia ha aperto una riflessione importante rispetto alla fruizione museale: con la cancellazione delle gite scolastiche, quella dei ragazzi è divenuta una fascia di pubblico quasi assente da certi tipi di contesti museali, che doveva essere coinvolta.

Questa urgenza, insieme alla necessità di mantenere un dialogo aperto con i visitatori e potenziali tali in un momento così complicato, hanno spinto le docenti Fumero e Frezzotti, ad orientarsi su contenuti per i social network.

Grazie alla piattaforma Spark di Facebook, gli studenti si sono cimentati nella creazione di marker da inquadrare e filtri AR interattivi, principalmente di tre diverse tipologie: alcuni in modalità selfie, altri con obiettivi ludici per i bambini e altri ancora pensati per essere utilizzati su cartoline da condividere sui social o spedire agli amici.

Il futuro del progetto è nella manualità e nella sinergia con ICMA

Il corso di tecniche performative nelle arti visive in partenza il prossimo aprile, guiderà il progetto verso un nuovo affascinante livello, dove la protagonista assoluta sarà la carta.

Ci sarà presto modo di svelarne i dettagli e ammirare il lavoro finale reso possibile dal connubio tra le abilità manuali e le nuove tecnologie.

Tutto ciò possibile grazie a ICMA, che ha sposato il progetto e ne è lo sponsor tecnico, fornendo la carta per le attività didattiche previste dal corso.

Si tratta di un’azienda storica italiana dai grandi valori etici, produttrice di carta di altissima qualità con metodi innovativi e sostenibili, che riesce nel suo intento di elevare ad arte la nobilitazione e rendere il foglio di carta qualcosa di unico.

Comprendere come la figura dell’illustratore può plasmarsi e affermarsi in varie situazioni e ambiti, come quello museale in questo caso, con una creatività e strumenti sempre nuovi, è tra gli obiettivi cardine di questo progetto, che trova continuamente negli studenti, curiosità e ispirazione.

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