News

Chiamata alle arti: la vocazione di Giulia Rivelli

Pubblicato il 15/12/2022

Giulia Rivelli – profilo

Giulia Rivelli, classe 2001, è un’artista emergente originaria di Pino Torinese, un piccolo paese collinare in provincia di Torino, dove è cresciuta.

Non ha mai perso il desiderio e l’obiettivo di acquisire il maggior numero possibile di stimoli artistici, osservare e studiare da vicino le opere dei grandi maestri.

Giulia afferma con decisione che la sua vita è dedicata all’arte, in particolare all’illustrazione e alla pittura, ma anche alla fotografia, al disegno digitale, all’incisione, alla scrittura e alla letteratura.

Contemporaneamente a tutte queste attività, sta scrivendo la tesi di pittura, che ha come tema centrale un’interessante ricerca sulla rappresentazione del corpo delle donne nel corso della storia dell’arte.

Se una passione diventa vocazione

La mia passione la definirei una vocazione a esprimere ciò che sin da quando ero una bambina non ero in grado di comunicare attraverso le parole. Troppo complicate e poco pensate per condividere con le persone un’urgenza interiore”.

Questo desiderio di condivisione ha iniziato ad evolversi durante gli anni in Accademia, in direzione di uno stile intimo e istintivo.

Giulia preferisce le tecniche manuali a quelle digitali, in particolare le matite colorate, i pastelli a olio, a cera, e gli acrilici. In questi anni ha notato come dipingere su tele di grande formato, le permetta di avere una gestualità più dinamica e completa con il pennello.

Osservare, imparare e lasciarsi ispirare dai grandi nella ricerca del proprio stile

Oltre a un’ammirazione particolare verso l’arte selvaggia delle pitture rupestri, fra gli artisti che ha approfondito con più interesse nel proprio percorso, ci sono alcuni tra i maggiori esponenti della corrente espressionista, come Van Gogh e Munch.

Nell’arte contemporanea ha trovato di grande ispirazione Anselm Kiefer, pittore e scultore tedesco.

Tra gli elementi più rilevanti del percorso artistico fatto fino ad oggi, c’è la ricerca sulle donne artiste e sulle loro opere, motivata da un passato che non dava loro attenzioni e riconoscimenti e da un presente che ancora non le considera in quanto soggetti fautrici di se stesse.

E’ in questa ricerca che ha scoperto e apprezzato l’intimità dell’arte di Louise Bourgeois, l’originalità di Niki de Saint Phalle, e le performance di Gina Pane, Marina Abramovic e di Carolee Schneemann. Artiste che con la propria arte hanno saputo rivendicare un’espressione potente, unica e viscerale.

Ci sono altri artisti contemporanei che ama e che prende come riferimenti come Silvia Rocchi, Rebecca Dautremer, Gabriella Giandelli, Martin Jarrie, Nicoletta Ceccoli, Andrea Serio, Alessandro Sanna, Armin Greder, Blutch.

Il percorso in Accademia

Durante le ore di alternanza scuola-lavoro al liceo, ha conosciuto l’Accademia Novalia.

Quando ho fatto visita alla sede dell’Accademia, mi sono sentita per la prima volta invitata a mettere sulla carta ciò che sentivo, delle emozioni, sulle quali non sarebbe gravato un voto. Più tardi scelsi di frequentarla, poiché la ritenni da subito una scuola valida, quello che stavo cercando”.

C’è un po’ di amarezza quando pensa al fatto che non ha potuto vivere appieno l’esperienza accademica a causa della pandemia, un periodo difficile, dove è stato complicato tenere alto il morale e sentirsi stimolati.

Nonostante queste difficoltà, Giulia ci racconta di aver concluso i tre anni con soddisfazione, grazie alla sincera dedizione e alla viva passione per la propria professione che la maggior parte dei professori le hanno trasmesso.

Non è stato un percorso privo di ostacoli, le è capitato di non comprendere la metodologia d’insegnamento di alcuni docenti, ma i nodi si sciolgono e a fine corso ha avuto la possibilità di esprimere le proprie perplessità in un confronto costruttivo e fruttuoso per ambo le parti.

Un percorso di crescita professionale non deve lasciare spazio alla competizione

A chi volesse iniziare un percorso accademico, per viverlo in maniera più significativa e formativa, consiglierei di lasciare la dinamica della competizione fuori dalla soglia.

Giulia racconta di aver avuto la fortuna di trovarsi in una classe per lo più supportiva e non competitiva, un ambiente che ha placato le sue personali manie di perfezionismo.

Non bisogna confortarsi con l’idea di essere già arrivati perché per imparare ci vuole umiltà e tanta curiosità. Un percorso come quello che ti offre l’Accademia va colto come un’opportunità che non si ripete nella vita.

Se l’ispirazione viene meno: affrontare il blocco dell’artista

Capita a tutti gli artisti, più o meno famosi o talentuosi, di non trovare la motivazione per portare a termine alcuni progetti. Altre volte manca proprio l’ispirazione.

In questi casi, dice Giulia, per lei c’è un’unica soluzione: continuare a disegnare.

Col tempo è riuscita ad accettare senza vergogna che, oltre ai progetti più soddisfacenti che si vogliono mostrare a tutti, ci sono anche una marea di disegni mediocri, superficiali, che non la convincono, altri che ha strappato o gettato direttamente nel cestino.

Ebbene, sono giunta alla conclusione che anche questi debbano essere accettati e riconosciuti in quanto arte”.

L’etimologia della parola “arte” viene dal sanscrito e significa “andare verso”.
Ogni atto di creazione artistica implica il portare avanti un’idea, anche se indefinita o insensata, ed è questo singolo presupposto che ci permette di riconoscere l’arte.

In questo modo anche il bozzetto meno riuscito ha valore in quanto arte e ne sarà valsa la pena di crearlo, a prescindere dal gusto personale e dai giudizi.

Così per sbloccarsi, Giulia ha imparato a continuare a disegnare e a lasciarsi andare, sapendo che l’arte non è solo un punto di arrivo, ma una significativa traccia di un avanzamento.

In futuro, si augura di continuare a dedicare il maggior tempo possibile alla conoscenza di nuove storie, nel frattempo, con determinazione e impegno, porta avanti la sua.

Potrebbe interessarti...

Chiedi
Informazioni